STORIA
LA NOSTRA STORIA
Pallacanestro Senigallia, la storia dagli albori ad oggi
La Pallacanestro Senigallia esiste da quando si chiamava “palla al cesto”. Sono passati, poi, parecchi anni senza alcuna traccia di attività cestistica a Senigallia, fin verso la fine degli anni ’60. L’anno sportivo 1969/70 dovrebbe infatti essere l’anno di affiliazione alla Federazione Italiana Pallacanestro della prima società sportiva senigalliese, l’U.S. ACLI, che aveva al tempo una forte squadra di pallavolo maschile ad una squadra maschile di basket partecipante al Campionato di 1° Divisione, la categoria più bassa. I risultati non erano certo esaltanti ma si respirava l’aria del pionierismo che permetteva di passare sopra alle mille difficoltà che si incontravano ogni giorno. Tra i giocatori simbolo di quella squadra si ricordano Alberto Marinelli, Lorenzo Piccinini, Salvatore Veltre, Mauro Marcellini e i fratelli Claudio e Luciano Paoletti. L’attività ufficiale della Pallacanestro Senigallia si sviluppò poi in seno alla Winchester Basket, nata nella soffitta di Lucio Spaccialbelli, che nel suo primo anno di vita partecipò al campionato CSI per cadetti, dove le squadre iscritte erano soltanto due, Senigallia e Jesi. Persa la prima partita, una serie ininterrotta di sconfitte caratterizzò i primi due anni dell’attività. Allenatore di quella squadra era Alessandro Bailetti, tra i protagonisti sul parquet Francesco Biagiarelli, Maurizio Girolimetti e Stefano Sebastianelli, uomini che avrebbero continuato per lungo tempo a spendersi per la diffusione del basket senigalliese. Il problema principale da risolvere per l’U.S. ACLI era quello di reperire ogni domenica almeno cinque giocatori che andassero in trasferta, mentre la notizia positiva sul piano tecnico arrivava dalla presenza del primo “lungo” della pallacanestro senigalliese, Maurizio Alessandroni. Entrambe le società si resero conto che non riuscivano ad andare avanti, impossibilitate a reperire fondi per pagare le tasse gara e costrette a fare tutte le sere supplemento di allenamento per pulire la palestra. Così nel 1973 ci fu, accompagnata da una trattativa molto lunga, la fatidica fusione delle due società.
SCENARI DI EPICHE BATTAGLIE
La culla di tutto il movimento era il campo all’aperto che sorgeva al circolo A.C.L.I. di via Cavallotti, là dove oggi è stato edificato l’ampliamento del bocciodromo al coperto. Alla fine degli anni ’60 era l’unico posto dove era possibile giocare a pallacanestro senza bisogno di permessi: bastava un pallone e un po’ di voglia di giocare. Naturalmente la dotazione del campo era minima; c’erano i canestri e i tabelloni, per quanto riguarda invece le righe sul terreno, bisognava armarsi di pazienza, pennelli e vernice bianca e si disegnavano delle righe un po’ tremolanti, sufficienti per l’omologazione del campo. Quanto al livello di gioco… non era certamente il massimo. Già nei primi anni ’70 però, il destino del campo era segnato: si cominciava già a parlare dell’ampliamento del bocciodromo coperto esistente . Tanto più che nel frattempo, solo ad un centinaio di metri di distanza, era stato asfaltato un altro campo di un vecchio oratorio. Il trasferimento fu immediato: l’asfalto era molto più liscio, e questo fu un guadagno. Questo campo, Santa Croce, fu per alcuni anni il fulcro dell’attività, soprattutto del settore giovanile. In conclusione non si può dimenticare, il ruolo fondamentale che ha avuto il vecchio palazzetto dello sport di via Campo Boario, terminato negli anni ’70. In più di vent’anni la situazione degli impianti sportivi a Senigallia è cambiata, con la costruzione del palazzetto dello sport di Via Capanna, attuale palestra della Pallacanestro Senigallia.
L’ANNO DEL BOOM
La neonata Società, che portò avanti la denominazione US ACLI, partecipò nel 1973 sotto la guida del Presidente Francesco Cannistrà e timonata in panchina da Alberto Marinelli al campionato di Promozione. La stagione successiva, 1974/75, segnò l’ingresso di uno sponsor autentico, la San Loren Confezioni e, parallelamente, il primo vero “acquisto” di un giocatore, Tonino Albani, senigalliese purosangue ma proveniente dalle giovanili della Scavolini Pesaro (allora Max Mobili). Il ritiro dall’attività di coach Marinelli lasciò un vuoto che andò a colmare nella seconda parte del campionato Dino Maestri, ex giocatore di buon livello (serie B e nazionale juniores), abruzzese di Roseto, che le personali vicende lavorative avevano portato in giro per il mondo ed infine a Senigallia. In quella stagione arrivarono in prima squadra molti giovani del vivaio nato al campo dell’Oratorio Sacro Cuore, giovani che avrebbero costituito l’ossatura della squadra sino alle soglie della serie C: Moreno Cicetti, Mauro Del Moro, Francesco e Marco Giampieri, Paolo Santini, Saverio Sarnari, Claudio Sebastianelli, Roberto Spadoni e Vinicio Tranquilli. Intanto la mente fertile di Maestri aveva partorito il progetto dell’Arena delle Nazioni, mutuato dall’esperienza rosetana dell’Arena delle Rose, una struttura sorta all’interno dell’Oratorio Sacro Cuore, nella quale organizzare tornei estivi di basket di alto profilo dai quali reperire i fondi necessari allo sviluppo del movimento cestistico. Al progetto, oltre a Maestri, parteciparono fattivamente Paolo Della Costanza, l’allora Primario di Pediatria dell’Ospedale di Senigallia Dott. Caramia, Paolo Landi ed un manipolo di ventenni volenterosi guidati da Cafiero Vignoli che (con il placet del Parroco del Duomo Mons. Gino Papalini) in pochi mesi allestirono un a struttura capace di contenere 1500 persone. La stagione 1976/77 segnò il cambio di sponsor, dalla San Loren alla Discount Ponte Rio dei fratelli Bozzi, nel frattempo Maestri passò dal ruolo di allenatore a quello di manager affidando la guida tecnica a Glauco Mainardi. L’anno successivo terminò con la retrocessione dalla Promozione, dopo lo spareggio perso con la Lupo Pesaro; a quel punto si rese necessario un anno di riflessione (nel quale la squadra non si presentò ai nastri di partenza del campionato). Pausa che si rivelò salutare, tanto che l’anno successivo nacque una nuova Soceietà che coagulò attorno ai nomi di Biagiarelli, Della Costanza e Maestri un gruppo di nuovi dirigenti, tra cui Massimo Piangerelli e Tommaso Rossi, che diedero alla luce la Pallacanestro Senigallia.
GLORIA E PROMOZIONI
Il database riprende ad aggiornarsi dalla stagione 1980/81, direttamente dalla promozione maturata soprattutto grazie alla disponibilità del nuovo palazzetto dello sport di via capanna, promozione che ci consente di essere riammessi a quel campionato da cui eravamo retrocessi nei primi anni della nostra storia. Ci furono altre novità di grande rilievo per la squadra, a partire dal primo sponsor, l’Ideal Form Team di Giorgio Geli, che avrebbe accompagnato la Società sino alla promozione in serie C, passando per l’innesto importante di due giocatori ed un allenatore pesaresi: Fiscaletti, Silvestri e Baldelli. Soprattutto il primo, ottimo tiratore, caratterizzò i primi anni di questa seconda fase. Nella stagione 1980/81 arrivò un secondo posto in Promozione ma l’agognato passaggio in serie D era in realtà rimandato soltanto di un anno, nel 1981-82. Il Presidente Caramia aveva nel frattempo passato il testimone a Luciano Quagliarini, fabrianese doc, che riuscì ad arrivare all’acquisto del cartellino di un giocatore del Fabriano Basket, Alberto Olivetti, che aveva già iniziato la propria attività professionale nella nostra Società, che aveva lungamente militato in serie A e che nello spareggio di Ancona con Recanati trascinò letteralmente di peso la Pallacanestro Senigallia in serieD. A guidare i biancorossi in panchina, il pesarese Paolucci. Nel 1982/83 la novità principale fu la nomina a Presidente di Tommaso Rossi; in campo la squadra, neopromossa, fece bene, concludendo al quarto posto dopo i play-off con Campli. Il 1983/84 si aprì con l’arrivo di Antonio Gallucci, autentico colpo di mercato che costò alla Dirigenza un sacrificio economico ampiamente ricompensato dalle prestazioni del fuoriclasse prelevato da Torre Del Greco; il neo-coach Carlo Tamburini creò una squadra tutta velocità e contropiede che contro ogni pronostico centrò subito la serie C2 in una memorabile gara-3 ad Urbino contro la compagine locale. Nel 1984/85 arrivarono con ottime referenze dalla Stamura Ancona Gianluca Centanni e Luca Lucarini: dei due, il primo sarebbe entrato a pieno titolo nella storia del Club, per il quale avrebbe “portato palla” per ben otto anni. Il primo anno di C2 fu prodigo di soddisfazioni e si concluse col raggiungimento del quarto posto e dei play-off contro la corazzata Porto Sant’Elpidio, che soltanto alla terza partita riuscì a spuntarla. Il 1985/86 portò con sé diverse novità: l’abbinamento con Sadori Gas, e gli arrivi dei giocatori Massimo Scrima e Francesco Angelucci e dell’allenatore Giovanni Paolini. Non secondariamente, anche la creazione di un team di collaboratori composto da Ciarloni, Paialunga, Tombesi e Volpini, capaci di collaborare ad ampio raggio nelle attività di gestione della Società, del settore giovanile e della cartellonistica. Anche quella fu un ottima annata, archiviata con un secondo posto alle spalle di Vasto. L’avvio del campionato 1986/87, nonostante l’arrivo del pesarese Leonardo Ridolfi, fu caratterizzato da una serie iniziale di sconfitte che costò il posto a coach Tamburini (alla sua seconda esperienza in biancorosso), in quello che si rivelò essere il primo esonero della dirigenza misena. In panchina fu richiamato Giovanni Paolini, che raddrizzò la stagione approdando ad un dignitoso quinto posto nel primo campionato di serie C unificata. Nel 1987/88 si registrò l’ingresso del nuovo sponsor, la Cooperativa Generale Costruzioni del Presidente Gilberto Lana e del Direttore Sandro Barbadoro: arrivarono anche Rolando Basili dalla Scavolini Pesaro e Fabio Mancini in prestito da Vasto e, in coda, un buon quarto posto. La Società si pose come obbiettivo dichiarato la promozione in serie b2 e le condizioni in effetti c’erano tutte: nel 1988/89 alla CGC venne affiancato un nuovo sponsor, la Pellegrini Video Hi Fi. La squadra era composta da un gruppo di giocatori (Gallucci, Ridolfi, Centanni, Scrima, Sambuchi, Angelucci) di buona qualità, nel pieno della maturità e che aveva ormai affinato l’intesa, ma non bastò neppure l’arrivo dalla Pallacanestro Firenze di Fabrizio Ercolini (agganciato da Goffredo Marcosignori, giocatore con anni di serie A alle spalle) per andare oltre il quinto posto. L’impresa non riuscita indusse il Club ad alzare la posta nel 1989/90: arrivarono così dalla serie A2 Roncarà da Montecatini e Sterle da Trieste, Roberto Ciaroni e coach Franco Cinciarini da Pesaro ma non si andò anche in quell’occasione oltre un deludente sesto posto. Dopo le due mancate promozioni, lasciarono gli sponsors e, dopo 7 anni, pure il Presidente Rossi. Gli subentrò nella stagione 1990/91 Claudio Moroni, che aveva iniziato con il baseball ma che nell’ambiente cestistico c’era praticamente da sempre; La Bottega dell’Albergo-Novatecnica divenne il nuovo sponsor. La salvezza era l’obiettivo, e salvezza fu, senza troppi patemi. Salvezza che venne raggiunta anche nella stagione successiva, 1991-92, dopo l’avvicendamento di coach Cinciarini col suo vice Massimo Scrima. 1992/93 C1 nuovo allenatore Paolo Regini, nuovo anche il Presidente, Dino Maestri subentra a Claudio Moroni. Nel ruolo di play il giovane Marco Paialunga, sostituisce dopo 8 anni il veterano Gianluca Centanni. Questa sarà anche l’ultima stagione in biancorosso di Tonino Gallucci, fino a quel momento sicuramente il giocatore di maggior prestigio e talento, che abbia giocato a Senigallia. La squadra si classifica al 7° posto sfiorando i playoff. 1993/94 C1 Torna come sponsor Sadori Gas. La squadra causa problemi di bilanci viene allestita con moltissimi giovani. Alla fine dell’anno precedente oltre Gallucci hanno lasciato la squadra Ridolfi e Paialunga. Purtroppo, anche a causa del perdurare dell’assenza dei due infortunati storici, Ciaroni e Granarelli, la squadra non riesce a salvarsi e dopo 8 anni di c1 retrocede. 1994/95 C1 durante l’estate la squadra venne ripescata in serie C1, ma anche per l’assenza di uno sponsor, non si riuscì ad allestire una squadra competitiva. I giovani senigalliesi, più Basili e Ciaroni, non riusciro nell’impresa di salvarsi e retrocessero nuovamente con solo 3 vittorie all’attivo.1995/96 C2 Cambio alla guida tecni, Marcello Chiodoni subentra a Paolo Regini. Continua l’assenza di uno sponsor, ma la squadra raggiunge una tranquilla salvezza.1996/97 C2 Nuovo sponsor NPS, ma stagione non all’altezza delle aspettative. Durante la stagione viene esonerato Chiodoni e il suo posto viene preso da Tonino Gallucci coaudiovato da francesco Clementi. Ma a causa di una riforma dei campionati la squadra retrocede in serie D.
DAL 1997 AD OGGI
Nella stagione 1997/1998 parte la scalata che nel giro di 7 anni porterà la società bianco rossa ai vertici del basket dilettantistico nazionale . Dopo la retrocessione dell’anno precedente, che aveva portato la squadra ai più bassi livelli degli ultimi anni costringendo a ripartire dalla serie D dopo anni di serie C, i senigalliesi, allenati per il primo anno da Francesco Clementi, dominano il campionato con gli stessi giocatori che erano retrocessi l’anno precedente. I vari Granarelli, Gazzetti, Cicconi Massi, i fratelli Ciarloni, Bartoli e Mosca vincono il campionato perdendo appena 2 partite a promozione ottenuta. Nel 1998/99 al primo anno di serie C2 la squadra, sempre allenata da Clementi, sfiora i play-off arrivando quarta a pari merito con Fermignano, ma rimanendo esclusa per gli scontri diretti sfavorevoli. In quella stagione a Senigallia arrivò come giocatore Matteo Minelli (giocatore con un passato importante di serie A e con uno scudetto vinto a Pesaro, sua città natale, con la Scovolini), colui che in 6 anni avrebbe lasciato un segno indelebile nella storia della Pallacanestro Senigallia. Nello stesso anno l’altra grossa novità fu quella dello sponsor principale con Barzetti che sostituì NPS. La stagione 1999/2000 restituì alla Società del Presidente Moroni quello che le era stato tolto nell’anno precedente: raggiunti i play-off come quarta squadra classificata grazie anche a Siepi che dopo un anno restituì con la maglia bianco rossa lo “sgarro” dell’anno precedente, prima della semifinale si infortunò Minelli e la doppia sfida con il Montecchio vide i nostri ragazzi soccombere in due gare. Una grossa novità riguardò la Società, in quanto lo staff dirigenziale prese in gestione l’impianto di gioco di via Capanna, gestione che continua a tutt’oggi. l terzo anno di C2, nel 2000/01, la società diede una spinta verso l’alto alle proprie ambizioni, ad iniziare dall’allenatore. Da Pesaro arrivò Umberto Badioli, coach con trascorsi nella Scavolini (con le giovanili prima come assistente in serie A1 poi); con lui arrivarono sempre da Pesaro Eros Battistoni, Andrea Riciputi e l’indimenticabile Rudy Terenzi, infine si assunse anche un preparatore atletico a tempo pieno come Alessandro Frezza. La squadra dopo un girone di andata concluso al secondo posto a 10 punti dal Fabriano, sfoderò un girone di ritorno stratosferico che portò, al termine della stagione regolare, i senigalliesi al primo posto grazie alla differenza canestri nello scontro diretto con i ragazzi della città della carta. Nei play-off, dopo una semifinale dominata con Pedaso, la squadra di coach Badioli fece vivere ai suoi tifosi una serie di tre partite non adatta ai deboli di cuore. Gara 1 a Senigallia, con il palasport per la prima volta pieno come non mai, vide i fabrianesi vincere con un allungo nel finale e portarsi 1 a 0 nella serie. In gara 2 a Fabriano era pronta la festa della squadra di Leo Sonaglia, ma una Barzetti determinata a non finire così una stagione indimenticabile dominò la prima parte della partita per poi essere costretta al supplementare. Ultimi 5 minuti con il trio Battistoni, Minelli e Siepi che dominarono e rimandarono tutto a gara 3 nuovamente a Senigallia. La sfida decisiva inizio con i locali che raggiunsero anche i 20 punti di vantaggio, ma come spesso accade nei play-off la partita venne decisa negli ultimi istanti, con la squadra di Fabriano che sbagliò per ben due volte il tiro dell’over time. Il primo anno di C1 2001-02 ricalcò molto la stagione precedente, con i senigalliesi sempre ad inseguire il P.S.Elpidio e con il piazzamento al secondo posto al termine della stagione regolare. Ma in quella stagione le promozioni in B2 erano 2 per la riforma dei campionati. La squadra, rinforzata dal ritorno del senigalliese Marco Paialunga (che aveva portato sia Jesi che Osimo dalla C1 alla B1), da Roberto Terenzi (giocatore con tanti anni di serie A in principalmente a Rimini) che aveva sostituito il fratello, Mirco Pierantoni proveniente dalle giovanili della Scavolini e dal “Bomber” Alessandro Rinolfi, disputò la semifinale con Riccione soffrendo molto più del previsto e superando il turno in 3 gare con le due partite casalinghe vinte entrambe nei minuti finali. La finale, (anche in questo caso serie terminata dopo gara 3) con Cesena, fu meno sofferta ma ugualmente impegnativa con gara 2 a Cesena persa malamente e le due in casa sofferte per tre quarti di partita, prima del trionfo finale che consentì per la prima volta nella storia. Nella stagione 2002/2003 la società ancora una volta si impegnò per allestire una squadra competitiva per la categoria, Cristian Corsini sostituì Rinolfi nel ruolo di realizzatore principe della squadra, Danilo Del Cadia (ex serie A con Pavia, Avellino, Fabriano, Pesaro) prese il posto di Terenzi e diventò subito l’idolo dei tifosi anche per il suo carattere istrionico e per il modo di vivere le partite, Andrea Nobili venne preso per dare man forte ai vari realizzatori della squadra e non deluse con le sue alte percentuali, ma la ciliegina sulla torna fu Matteo Panichi che pochi anni prima vinse addirittura l’Eurolega con la Virus Bologna di Ettore Messina e di Sasha Danilovic, ma mai pensava di arrivare alla finale per la promozione in B1. Dopo aver eliminato agevolmente Forlì ai quarti di finale per 2 a 0, la Barzetti soffrì molto di più con Cividale del Friuli che riuscì a prolungare la serie a gara 3. A contendere la vittoria finale ai senigalliesi fu la Falco Spar Pesaro: si giocarono due partite entusiasmanti con la squadra senigalliese che iniziò, in entrambe le partite, l’ultimo minuto avanti nel punteggio per poi essere beffata in entrambi i finali, con i pesaresi che festeggiarono a Senigallia la promozione in serie B2. Ma di quella finale è bello ricordare il pubblico di gara 1 a Pesaro nel vecchio impianto di via dei Partigiani, con le tribune piene grazie anche alla folta rappresentanza dei tifosi senigalliesi. I dirigenti biancorossi ci avevano preso gusto e nell’estate successiva 2003-04 allestirono ancora una volta una squadra di altissimo livello, che raggiunse il primo posto al termine della fase regolare. Poche novità ma fondamentali per salire ancora in classifica: il giovane Ferri arrivò dalla Scavolini come cambio di spessore di Paialunga e Amedeo Filippetti sostituì Nobili portando meno punti ma più versatilità nel gioco. La fase finale vide i ragazzi di coach Badioli eliminare facilmente al primo turno per 2 a 0 la Virtus Pesaro e in semifinale il Fossombrone per 2 a 1 con tantissima sofferenza e una vittoria in gara 3 arrivata solamente nei minuti finali. La Finale con Fidenza si aprì con una vittoria casalinga e con una sconfitta in gara due determinata principalmente dall’immediato infortunio di capitan Paialunga, infortui che lo avrebbe costretto a saltare anche le successive partite. Gara tre iniziò nel peggiore dei modi con la squadra ospite che presto trovò un vantaggio che riuscì a mantenenere fino ai secondi finali, dove i biancorossi fallirono il canestro del sorpasso. Ma in quella stagione ci fu la possibilità di uno spareggio con la seconda classificata dell’altro girone, il Casalpusterlengo di un giovanissimo Danilo Gallinari, che di lì a qualche anno sarebbe volato in NBA. Il risultato purtroppo fu negativo come nella finale con Fidenza, per la delusione degli oltre 700 tifosi giunti fino a Consandolo (FE) a sostenere i ragazzi del presidente Moroni.Nell’estate 2004-05 giunse dalla FIP la notizia del ripescaggio in B1: la Società, dopo qualche giorno di attenta riflessione, accettò, permettendo a Senigallia di raggiungere un altro traguardo storico, impensabile appena 7 anni prima. La squadra venne praticamente rivoluzionata a partire dal coach, con Badioli (trasferitosi in Ucraina) che lasciò la panchina a Galetti. L’arrivo di un direttore sportivo di scuola pesarese preparato e motivato quale Federico Ligi avrebbe tracciato il solco della storia biancorossa del successivo decennio, durante il quale la Pallacanestro Senigallia riuscì a toccare latitudini impensabili qualche anno addietro, ad un passo dal professionismo. Si riuscì infatti, con risorse limitate per la categoria, a tenere il sodalizio senigalliese saldamente in serie B, con tre anni di B1 e numerosi di B2 in seguito denominata Dnb.Della stagione precedente rimasero Corsini, Paialunga, Panichi e Pierantoni. Arrivarono Barantani da Castelletto Ticino, Berlati da Trapani appena promosso in A2, Benevelli da Fossombrone, Gurini dalla Scavolini, Pazzi da Civitanova e Macchniz, anch’egli dalla Scavolini. Cambiò anche lo sponsor, con la Goldengas che sostituì lo storico marchio “Barzetti”. La squadra, dopo una partenza in sordina, emerse dal fondo ottenendo prestigiose vittorie a Soresina e Casale Monferrato (successivamente promosse in serie A2), per terminare la stagione regolare al decimo posto, a causa anche di alcune partite perse nel finale. Nei play-out la pratica-salvezza si risolse con la doppia vittoria con Fidenza, ritrovata di fronte ad appena un anno dalla finale persa. In quella stagione per la prima volta la società ritirò per definitivamente il numero 14 appartenuto a Matteo Minelli, forse il giocatore che ha lasciato il ricordo più forte indelebile tra tutti quelli che hanno vestito il biancorosso. Nella stagione 2005/2006 altro cambio di panchina, con l’arrivo di Piero Bianchi, storico avversario alla guida di Porto Sant’Elpidio. La squadra venne leggermente ritoccata con l’arrivo di Bartoccetti da Fossombrone, Berdini , Andrea Cinciarini dalle giovanili della Scavolini e Raschi da Siena. Dopo 2 partite si infortunò Raschi che stava viaggiando ad una media realizzativa spaventosa: la squadra si disunì subito, subendo una serie interminabile di sconfitte, che al termine del girone di andata la portò in fondo alla classifica. Nel mercato venne operato il primo, storico per questa Società, cambio in corsa di un giocatore, con il taglio di Berdini e il ritorno di Macchniz dalla Scavolini. Durante quella stagione la Goldengas giocò proprio contro la Scovolini, fallita in estate ripartita dalla B1 con il nome di Scavolini Spar; nella doppia sfida giocammo contro giocatori del calibro di Carlton Myers , Pieri, Morri… Nel girone di ritorno le cose cambiarono e la squadra raggiunse una buona posizione nei play-out, che le permise di salvarsi al primo turno con la doppia vittoria contro Riva del Garda dell’ex Galetti.
La stagione 2006/2007 segnò la riforma dei campionati con un numero maggiore di retrocessioni per ridurre gli organici dei gironi e la Goldengas, ancora allenata da Bianchi, retrocesse nonostante il quart’ultimo posto finale, ma con il play-out in trasferta a differenza degli anni precedenti (quando la quart’ultima posizione garantiva la “bella” in casa). Ai play-out, dopo un campionato sofferto, i senigalliesi persero contro Ozzano con un netto 2 a 0. La squadra era stata rivoluzionata con 10 nuovi arrivi, si formò un gruppo con molto entusiasmo ma poca esperienza, composto da Marcello Filattiera, Riccardo Casagrande, Riccardo Bazzoli, Fabrizio Mariani, Matteo Raminelli, Bojan Radovanovic, Gabriele Maggio, Nicola Catalani, Andrea Grosso,Paolo Graziani. Per il ritorno in B2 si decise nel 2007-08 di ripartire con il giovane Simone Simoncioni alla guida dalla panchina ed ovviamente con una nuova rivoluzione nel roster, scandita dagli arrivi di Pierpaolo Bigi, Enrico Martinelli, Andrea Maggiotto, Andrea Romagnoli, Nicola Catalani, Michele Candelaresi, Riccardo Esposito, Marco Gnaccarini ed il ritorno, con i galloni del capitano, di Mirco Pierantoni. Dopo un discreto girone di andata ci fu un calo nel girone di ritorno, che fece chiudere all’ottavo posto la fase regolare. I biancorossi furono dunque costretti ad incontrare la capolista Jesolo, che avrebbe poi guadagnato la promozione in B1: la serie terminò 2 a 1 per i veneti con la squadra senigalliese che lottò fino in fondo per non essere eliminata. Il 2008/2009 fu la stagione del ritorno sulla panchina senigalliese, dopo 14 anni, di Paolo Regini. Confermati Gnaccarini e Pierantoni, arrivarono Penserini Giovanni, Bigi Pierpaolo, Kosanovic Borko, Esposito Massimo Riccardo, Maggiotto Andrea, Lilliu Antonello, Polonara Valerio. La squadra, grazie ad un buon girone di ritorno, raggiunse la sesta posizione che le permise di affrontare ai play-offs il derby con Recanati: la serie terminò con il punteggio di 77-71 per i leopardiani in gara tre (dopo la vittoria recanatese 88-73 in gara 1 ed il successo senigalliese 81-75 nel retour match), con tanto rammarico per gli infortuni patiti nella serie che condizionarono l’esito finale. L’entusiasmo ritrovato di un’intera città pose le basi per una nuova, straordinaria annata, quella tra il 2009 ed il 2010, nella quale grazie anche agli arrivi di Elia Monticelli ed Alessandro Amici, unitamente ai cavalli di ritorno Sergio Maddaloni ed Amedeo Filippetti, la Goldengas si rese protagonista di uno strepitoso girone di ritorno che la portò a chiudere al 2° posto la regoular season. Ma il bello doveva ancora arrivare, perché i play-off, sulla falsariga della seconda parte del campionato, si trasformarono in un’autentica, indimenticabile cavalcata: doppio successo su Fossombrone agli ottavi (81-68 in casa, 73-87 fuori), doppio successo su Padova nei quarti (87-82 in casa, 63-66 fuori), doppio successo in semifinale su Legnano (90-81 in casa e 67-69 in Lombardia dopo una clamorosa rimonta da -21). Ad interrompere la marcia trionfale nella finalissima play-off ci riuscì soltanto il carro armato Copra Piacenza che, dopo aver vinto 79-73 tra le mura amiche, seppe ripetersi (69-84) pochi giorni dopo in un Palapanzini gremito in ogni ordine di posti. Strameritato, se non addirittura scontato, il ripescaggio che arrivò in piena estate a sentenziare il ritorno della Pallacanestro Senigallia in serie B1. Una nuova stagione nell’Olimpo (2010-11), preparata con gli arrivi dei “big” Perini e Bicio Facenda, oltre a quelli dei giovani Centanni, Catalani, Giommi e Savelli. Ne scaturì un 13° posto che significò l’immediato ritorno al piano di sotto, complice una cervellotica revisione dei campionati che imponeva (in barba ad ogni principio di etica sportiva…) ben otto retrocessioni per girone. La maturità ormai acquisita scongiurò ad ogni buon conto il pericolo di un tracollo a catena, anzi, la stagione 2011/12 presentò ai nastri di partenza una Goldengas ancora alla guida di Regini ma rinnovata (dagli arrivi di Magrini, Di Donato, Stefanini e Diamantini e dalle partenze di Giommi, Perini, Catalani, Gnaccarini e Centanni) e capace di un’altra entusiasmante stagione: dopo il quarto posto in stagione regolare e superata agevolmente Marostica in semifinale play-off (78-57 a Senigallia e 75-76 sul parquet veneto), il sognò svanì soltanto in gara 3 (72-61) per mano della nobile decaduta Ferrara, poi promossa nella categoria superiore. Nel 2012/13 la guida tecnica venne affidata ad Alessandro Valli, proveniente dal settore giovanile, ed il roster rivoluzionato: ne conseguì una stagione tranquilla, senza play-off né play-out, quasi un’eccezione sportiva nella storia del Club. Il traguardo più importante e prestigioso arrivò però dal settore giovanile, capace di conquistare a Gorizia lo scudetto nella categoria under 19 elite: un tricolore che affonda le radici nel progetto lungimirante del Presidente del settore giovanile Stefano Catalani e dei suoi collaboratori. Una sorta di sigillo sulla bontà e la qualità del lavoro di crescita e sviluppo di un vivaio che non può che esserel’unico carburante possibile. Ed una certezza: la via tracciata negli anni precedenti era quella Maestra…Il 2013-14 si apre con l’allestimento di una rosa giovane guidata da coach Valli (partiti i veterani Luca Giroli e Andrea Barantani, oltre a Federico Savelli, approdano in biancorosso il playmaker fanese Matteo Battisti dalla Fileni Jesi e la guardia Filippo Matejca Meccoli dalla Supernova Montegranaro) e si chiude con uno splendido, inatteso quinto posto che proietta i biancorossi nuovamente ai play-off. Purtopppo il 21 Aprile dopo una lunga malattia viene a mancare il Presidente della Maior, Stefano Catalani..Un dolore immenso ed una perdita impossibile da colmare..Subito dopo un’altra tragedia: l’alluvione..del 03 Maggio che devasta gran parte della città! Con il lutto al braccio iniziano i play off..Persa gara 1 a domicilio di Pescara 76-67 a soli otto giorni dall’alluvione, la Goldengas si impone 81-67 nel return-match, che si disputa a Jesi per l’impraticabilità del PalaPanzini. La stagione finisce sul parquet abruzzese, dove esce tutto l’orgoglio dei senigalliesi, che costringono i locali a doversi reinventare gara-3 dopo averla condotta di oltre venti punti nella prima parte. Senigallia non si disunisce, replica colpo su colpo e si porta sino al -2, prima di gettare la spugna (71-61) con l’onore delle armi. Resterà una stagione impossibile da dimenticare. Ciao Stefano. La stagione 2014/15 riparte con la conferma di coach Valli al timone, con l’innesto di alcuni giovani e con l’intento di provare a centrale i playoff. Il mercato fa registrare le partenze di Meccoli e Perini, il ritorno (dopo le esperienze maturate nelle categorie superiori) del senigalliese purosangue Riccardo Casagrande, e gli arrivi del play Nicolò Scrima da Osimo e dell’ala Michael Bertoni dalle giovanili della Scavolini. La regoular season che ne vien fuori va al di là di ogni aspettativa, con un bottino di 20 vittorie (a fronte di 6 sconfitte) che consegnano ai senigalliesi il quarto posto, dietro a tre corazzate (Palestrina, Rieti e Montegranaro). Nei play off, contro un’Eurobasket Roma uscita ampiamente rafforzata dal mercato diRiparazione, salta il fattore campo. I laziali espugnano subito il Palas di via Capanna in gara uno (77-87), patiscono a domicilio la reazione d’orgoglio di Senigallia in gara due (65-71) ed infine chiudono la stagione della Goldengas, tornando a vincere (58-65) in un Palapanzini nuovamente caldo e gremito.La stagione 2015-16 trova di nuovo la Goldengas in serie B ancora con coach Alessandro Valli in panchina. E’ una squadra molto senigalliese, con i vari Matteo Marinelli, Nicola Catalani, Sergio Maddaloni, Fabrizio Pasquinelli, ma tra i giovani c’è anche tra gli altri il figlio d’arte Edoardo Del Cadia, che poi finirà a giocare in Ncaa. La B, tornata unica, è il terzo livello del basket italiano e dunque il 7° posto finale vale la qualificazione ai play-off per la serie A2: qui però la Poderosa Montegranaro è troppo forte e vince il quarto di finale in due partite.
Resta comunque una stagione molto positiva, con un PalaPanzini spesso gremito e una indimenticabile vittoria interna contro la vincitrice della regular season San Severo, che viene raggiunta a fil di sirena da una tripla della talentuosa guardia toscana Andrea Barsanti, al suo unico anno a Senigallia, e poi sconfitta all’overtime. Durante la stagione scompare prematuramente Leonardo Ridolfi, bandiera biancorossa tra fine anni Ottanta e inizio anni Novanta, che la società ricorda con commozione sui suoi canali. Quinto e ultimo anno sulla panchina della prima squadra per coach Valli nella stagione 2016-17, ancora in B con Lamberto Ciarloni nel ruolo di direttore sportivo e Claudio Moroni in quello di presidente. Senigallia fa 2 punti in più dell’anno precedente, chiudendo con 16 vittorie e 14 sconfitte, ma peggiora leggermente il piazzamento, finendo ottava. Però i play-off però basta, e ancora una volta il pubblico si diverte, grazie in particolare alle giocate di Andrea Maggiotto, che, tornato a Senigallia, dà spettacolo chiudendo ad oltre 20 punti e 6 rimbalzi di media, con alcune prestazioni monstre e un 2° posto tra i marcatori dietro al pescarese Pepe. Sotto le plance c’è ancora Mirco Pierantoni, capitano e bandiera, che continua a macinare record su record, la regia è nelle sapienti mani del solito Marco Gnaccarini e del talentuoso Michele Caverni, al secondo anno a Senigallia, mentre senza più i senigalliesi storici Marinelli, Maddaloni, Pasquinelli e Catalani, l’impronta locale è data soprattutto da Fabio Giampieri, che proveniente dalla C Gold di Forlì, piazza a 23 anni una stagione a 10 punti di media. Durante la stagione, la società opera un cambio quando Nicola Bastone, retrocesso col Mola di Bari ma capocannoniere nell’anno precedente, dopo una prima parte di torneo alterna, va a Bergamo a lottare per la A2: a Senigallia arriva il senegalese Yande Fall, che si rivela acquisto azzeccato dando più fisicità alla squadra sotto canestro: entusiasmante il suo debutto contro il Rimini, in un match vinto rimontando dal -20 grazie a una magia sulla sirena di Giampieri che manda in visibilio il pubblico del PalaPanzini, assiepato ai lati del parquet per godersi i secondi finali di un match batticuore. Nei play-off, Napoli però è troppo forte e prevale in due partite nel quarto di finale. Il 2017-18 è anno di grandi novità. Se la società e lo sponsor rimangono ancora una volta gli stessi, cambia invece dopo 5 anni il coach, col debuttante in serie B Stefano Foglietti, già giocatore di ottimo livello che aveva incrociato Senigallia in campo e che ora sale in cadetteria dopo una lunga e positiva militanza in serie C nel pesarese. Arrivano a Senigallia due dei giocatori più forti visti da queste parti: l’ala-pivot, figlio d’arte, Lorenzo Tortù e il play-guardia italo-argentino Emiliano Paparella, alla prima esperienza nelle Marche dove aveva invece già giocato, anche affrontando l’allora Barzetti, il fratello maggiore Santiago. I due danno spettacolo chiudendo al primo e al secondo posto la classifica dei marcatori, e guidano la squadra – dopo una partenza difficoltosa segnata dalla bruttissima sconfitta interna contro il Cerignola – a uno splendido 5° posto. A quasi 37 anni capitan Pierantoni disputa una delle sue migliori stagioni, Giampieri si conferma, Michael Bertoni e Federico Ricci, proveniente da Alessandria, si dimostrano cambi affidabili, così come la regia, che non schiera più Gnaccarini e Caverni, ma il giovane Marco Giacomini, ben conosciuto dallo stesso Foglietti che lo ha a lungo allenato in C. Il pesarese si abitua presto al duro salto di categoria e negli anni diventerà play sempre più affidabile, raccogliendo anche l’eredità pesante di Pierantoni come capitano. E’ una squadra meno senigalliese che in passato ma che il pubblico apprezza: a Val di Ceppo (Perugia), nella penultima di stagione regolare, la Goldengas arriva con 200 tifosi al seguito che festeggiano l’ennesimo successo e il quinto posto. Nei play-off, però, anche stavolta lo scoglio quarto di finale è troppo duro: Salerno, big costruita per vincere nel girone D, deve tuttavia aggiudicarsi la bella in casa per accedere alla semifinale perchè nell’infrasettimanale, davanti a 700 spettatori, Senigallia si conferma osso duro per tutti al PalaPanzini (11 vittorie in 16 gare interne) pareggiando la serie sull’1-1. Meritata la riconferma di coach Foglietti, che nel 2018-19 non ha più però Tortù e Paparella, molto corteggiati sul mercato dopo una stagione super, con l’argentino che – premiato come sportivo senigalliese dell’anno – viene ingaggiato dall’ambizioso Fabriano: al ritorno da avversario a Senigallia, per lui, però, ci sono solo applausi dai suoi ex tifosi che ne comprendono la scelta. A Senigallia c’è anche il ritorno di Umberto Badioli come direttore dell’area tecnica, mentre una seconda squadra biancorossa, composta da giovanissimi, viene iscritta alla serie D sponsorizzata BG Corium. Rimangono Ricci, Pierantoni, Giacomini, Giampieri, Maggiotto, torna dopo molti anni Giacomo Gurini, arriva da Pesaro un altro Ricci, il play guardia Matteo, mentre la collaborazione con la Vuelle porta i giovani Crescenzi e Morgillo. Ancora nel girone C di centro sud, Senigallia fa poco peggio dell’anno prima e finisce sesta: per un curioso scherzo del destino nei play-off c’è ancora una volta Salerno, terzo nel gruppo D, coi campani che stavolta vincono in due partite. Il 2019-20 è un anno sofferto dentro e fuori dal campo per la società, che a settembre festeggia 40 anni di vita dalla fondazione del 1979, ricordati con una maglia celebrativa. In campo, la Goldengas di Foglietti per la prima volta è invischiata nei bassifondi dopo molte stagioni da protagonista, fuori il covid arriva a febbraio 2020 a interrompere la stagione mentre a maggio 2020 un malore si porta via a 65 anni Giuliano De Minicis, pubblicitario da sempre vicino al mondo dello sport e della Pallacanestro Senigallia, con la quale aveva collaborato attivamente in tante iniziative. Lo stop arriva proprio dopo una incredibile vittoria interna nel sempre sentito derby contro Ancona: decide Paparella, rientrato a Senigallia dopo l’esperienza di Fabriano ma meno brillante rispetto alla sua prima, straordinaria, stagione, con una tripla a fil di sirena delle sue quasi da metà campo, che fa esplodere il palas senigalliese. In quel momento Senigallia è in zona play-out con 16 punti in 22 partite e Giacomo Gurini è capocannoniere a 18 di media. Tutto inutile: il virus si diffonde ovunque e il torneo viene sospeso senza promozioni e retrocessioni, né play-off né play-out. La Goldengas – con i riconfermati Giacomini, Gurini, Pierantoni, i rientranti Filippo Cicconi Massi, figlio di Giacomo e Paparella e i nuovi Simone Pozzetti, Matteo Caroli e Antonio Valentini – avrebbe avuto comunque ancora tutte le carte in regola per arrivare almeno alla salvezza diretta in una classifica molto corta. Il covid non l’ha permesso, beffando tra gli altri Alberto Conti, giovane scuola Virtus Bologna al debutto in maglia biancorossa per pochi minuti proprio nella partita vittoriosa contro Ancona, la sua prima e ultima a Senigallia, e ancor più beffando la squadra di Fabriano, fermata quando era in testa da sola alla stagione regolare. Nel torneo 2020-21 il covid non è scomparso e infatti la formula della terza serie nazionale cambia ancora: due le fasi previste i cui punti alla fine si assommano in un girone unico a 16 squadre, giocato di fatto senza pubblico e con le società sempre più alle prese con le difficoltà organizzative ed economiche per i mancati incassi, i costi dei tamponi covid e addirittura il rischio di non poter utilizzare il proprio palas, come a Senigallia, dove solo dopo lunghe discussioni, e una battaglia anche mediatica che su giornali e social coinvolge molti tifosi, alla Goldengas viene concesso di utilizzare il PalaPanzini, in un primo momento chiesto a tempo indeterminato per le vaccinazioni. La squadra, tra l’altro, già aveva giocato una partita a Pesaro, alla palestra Celletta, unico match interno non disputato nella storia societaria nell’impianto di via Capanna assieme a quello play-off contro il Pescara nel 2014, quando Senigallia giocò a Jesi a causa dell’alluvione. Contro i veneti del San Vendemiano, la Goldengas proprio a Pesaro gioca la sua migliore prova stagionale, ma poi la squadra allenata da un coach di grande valore tecnico e umano come l’ex serie A Riccardo Paolini, cala, col coach che rassegna le dimissioni, un fatto praticamente senza precedenti a Senigallia. Viene promosso il vice Gabriele Ruini, ex playmaker di alto livello, ancora affiancato da Andrea Peverada: i due conducono la Goldengas ai play-off dopo il settimo posto nella stagione regolare, e anche se alla fine il Taranto vince 3-1 eliminando i biancorossi ai quarti, la stagione può essere archiviata come davvero molto positiva. Ancora una volta l’ambiente senigalliese si conferma inoltre ideale per lanciare giocatori: emergono l’ottima guardia Peroni, secondo tra i marcatori, l’altro esterno Conte, utilissimo dal suo arrivo a torneo in corso, si confermano i soliti Pozzetti, Giacomini, Cicconi Massi, Pierantoni e Gurini, mentre trovano spazio pure gli under pesaresi Giunta e Centis. Finalmente, la stagione 2021-22, mette da parte, almeno parzialmente, il covid, che non è sconfitto, ma grazie alle vaccinazioni dà un po’ di tregua permettendo almeno di avere un po’ di pubblico nei palasport e una formula uguale al passato. E’ l’anno della svolta a Senigallia, dove Sonia Fileri diventa la prima donna presidente nella storia cestistica senigalliese, subentrando a Claudio Moroni dopo 23 anni di presidenza consecutivi (26 totali). Nuovo vice-presidente è il giovane e appassionato Luigi Giacomelli. Nuovo anche il direttore generale, Federico Ligi, anche se per lui si tratta di un ritorno: novità assoluta il coach, il pesarese, a lungo fuori regione, Andrea Gabrielli, da anni lontano dalla B. Il coach però si rivelerà acquisto azzeccatissimo, con una impronta difensiva evidente data ad una squadra molto ringiovanita e praticamente tutta nuova. Del passato rimangono soltanto Filippo Cicconi Massi e Marco Giacomini, nuovo capitano al posto di Mirco Pierantoni che continua a giocare ma in categoria inferiori, tornando al palas per il ritiro della sua storica maglia numero 5, indossata per 551 volte solo in campionato con 4.902 punti. Pierantoni e Minelli sono gli unici due giocatori della storia biancorossa ad aver avuto tale onore. Rivoluzione totale dunque, ma non smobilitazione. I nuovi Lorenzo Varaschin, Alberto Bedin, Filippo Giannini, Luca Bedetti nelle Marche sono poco conosciuti, ma disputano tutti un torneo sopra le righe, ben spalleggiati dai giovani e talentuosi figli d’arte Francesco Gnecchi e Lorenzo Calbini e dai giovani del vivaio Terenzi, Figueras, Giuliani, Rossini, Fabbri, Venturi, ai quali il coach dimostra di credere dando fiducia. Senigallia per l’ennesima volta si fa rispettare in casa, brilla nei sentiti derby contro Jesi, Ancona, Civitanova e Montegranaro, e chiude sesta nel girone più duro dei quattro, ma è nei play-off che centra l’impresa: senza più Giannini e Bedetti seriamente infortunati, la Goldengas espugna Bisceglie in gara 1, si porta 2-1 vincendo gara 3 in un palas di casa bollente, ma poi, stanchissima fisicamente e corta nelle rotazioni, subisce un pesante -44 in casa in gara 4. Sembra finita ancora una volta ai quarti, ma a quel punto contro ogni pronostico arriva l’exploit in una indimenticabile gara 5, vinta in Puglia 48-49. Per la prima volta, Senigallia è in semifinale e mai così vicina alla serie A2: nel penultimo atto verso la promozione la Sebastiani Rieti è troppo forte e si aggiudica la serie 3-0 ma poco importa perché la standing ovation del PalaPanzini alla squadra dopo il 55-75 interno che chiude la stagione suggella una delle più memorabili, forse la più memorabile, stagione della storia ultraquarantennale della società. Nel finale di stagione ci lascia a soli 40 anni Andrea Sciarrini, giocatore della squadra promossa per la prima volta in B nel 2002 e coach delle giovanili, appassionato di pallacanestro benvoluto da tutti nell’ambiente cestistico locale e a cui il PalaPanzini dedica un commosso applauso prima del match contro Imola che chiude la stagione regolare.